TURKANA
Nomadi di Frontiera
“I guerrieri più sanguinari dell’Africa orientale”,” eredi inriducibili dell’Africa precoloniale”….così, tra storia e leggenda, si presentano i Turkana. Pastori nomadi di indole guerriera, sono l’etnia più remota ed estranea alla cultura occidentale del Kenya. Concentrata nel nordovest del paese, nel distretto del Turkana raccolto tra le sponde dell’omonimo lago, “ Mare di Giada”, e la frontiera con il Sudan, si aggirano oggi intorno alle 400.000 unità.
Divise in clan, a loro volta articolati in gruppi migratori, le famiglie nomadi vivono in movimento incessante: lungo le invisibili “vie dell’acqua”, attraversano le lande semidesertiche del distretto alla ricerca di pascoli per il bestiame.
Nomadi di frontiera, i Turkana vivono al confine tra civiltà stanziale e l’identità nomade a cui li consegna la loro storia. Alla frontiera tra due epoche che si contendono il campo in Africa orientale. Alla frontiera tra il Kenya e i paesi vicini dove infuriano guerre sanguinose. Alla frontiera, infine, tra l’orgoglio di vivere “nomadi” e le minacce che dall’esterno incombono sul loro futuro. Tutta l’economia dei Turkana e la loro stessa vita, i rituali comunitari, l’alimentazione, ruotano intorno al bestiame: bovini, dromedari, capre e asini. Negli ultimi decenni, tuttavia, l’equilibrio del mondo Turkana e la sua capacità di autosussistenza sono stati messi in discussione. Le siccità ricorrenti, le malattie del bestiame, la riduzione dei territori da pascolo a causa della desertificazione, hanno reso sempre più difficile la vita delle comunità locali.